Healthcare management: una ricerca che lascia il segno su società e territorio
Intervista

ActivE³ – Everyone, Everywhere, Everyday è il Progetto Emblematico Maggiore finanziato da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, che ha come capofila UniverLecco. I suoi obiettivi sono la promozione di uno stile di vita attivo come strumento di benessere e prevenzione, l’accessibilità e inclusione nella pratica sportiva e il sostegno delle fragilità, fisiche e cognitive, per il benessere dell’individuo.
Si articola in tre azioni, focalizzate sulle diverse età della vita e condizioni di salute, e sviluppa altrettante piattaforme: una per l’inclusione motoria a scuola, una per il coaching personalizzato e un’altra per la sport-terapia.
Il professor Emanuele Lettieri ci parla del ruolo del suo gruppo di ricerca e del Dipartimento di Ingegneria Gestionale nel progetto.
Buongiorno professor Lettieri. Ripercorriamo brevemente la sua carriera accademica fino al suo attuale gruppo di ricerca.
La mia carriera accademica ha avuto interamente corso al Politecnico di Milano anche se con diverse esperienze internazionali. Qui mi sono laureato in ingegneria gestionale e ho conseguito il dottorato di ricerca.
Oggi sono professore ordinario presso il Dipartimento di Ingegneria Gestionale e titolare di diversi insegnamenti sui temi dell’innovazione in ambito Life Science e Health Care.
Coerentemente con la didattica, la mia attività di ricerca si è da sempre concentrata sui temi della valutazione d’impatto e gestione dell’innovazione con particolare attenzione al Life Science, all’Healthcare e allo Sport (come strumento di inclusione sociale e prevenzione sanitaria).
Sono inoltre membro del Comitato di Coordinamento del progetto HumanTech finanziato dal bando “Dipartimenti d’Eccellenza” che sta investigando la complessa relazione tra persona – intesa nelle sue dimensioni individuale e sociale – e le tecnologie digitali, come ad esempio nel progetto ActivE³.
Nell’intervista con la professoressa Galli è stata ampiamente sottolineata la vostra collaborazione nel progetto ActivE³. Partecipate solo al WP1? Ci spiega il vostro ruolo?
La partecipazione del mio gruppo di ricerca (in particolare dei colleghi Giovanni Toletti e Maria Pinelli) è più ampia all’interno del progetto ActivE³ ed è finalizzata alla comprensione di come le soluzioni che si stanno sviluppando nei diversi work package (WP) possano arrivare al mercato. Questa attività – chiamata exploitation – è fondamentale affinché il progetto abbia un impatto reale così come richiesto da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia.
Oltre a ciò, nel WP1 siamo direttamente responsabili dello sviluppo di un percorso di sensibilizzazione per le famiglie e gli insegnanti di educazione motoria alla scuola primaria tramite MOOC, nonché di supportare le altre attività portando la nostra prospettiva economico-gestionale.
Che cos’è un MOOC, è perché è una parte essenziale in questo progetto per una piattaforma per l’inclusione motoria a scuola?
I MOOC sono corsi di sensibilizzazione e/o formazione online aperti a tutti e progettati perché siano fruiti da un numero elevatissimo di discenti. Il Politecnico ha una lunga tradizione nella progettazione e produzione di MOOC grazie alle competenze distintive del METID, unità organizzativa interna di Learning Innovation. Assieme a loro e ai partner di progetto abbiamo realizzato un corso di formazione per abbattere le barriere culturali rispetto all’attività motoria sia nelle scuole che nelle famiglie.
Ciò è importantissimo perché la prima barriera da abbattere non è quella tecnologica o infrastrutturale, ma quella culturale per la quale spesso l’attività motoria (e lo sport) nella scuola primaria diventa occasione di esclusione.
Ma il vostro ruolo non finisce qui, vero?
Come anticipato, il nostro ruolo principale è quello di supportare l’exploitation delle soluzioni tecnologiche sviluppate nell’ambito del progetto ActivE³, costruendo modelli di servizio e strategie di avvicinamento alla commercializzazione e all’adozione delle stesse. Non è un’attività di secondaria importanza rispetto alla ricerca più tecnologica, anzi! Compito nostro è dare indicazioni ai ricercatori coinvolti perché le loro innovazioni possano entrare realmente nelle scuole primarie ed essere utilizzate.
Un altro punto importante, in un progetto è “il dopo”. Che cosa rimane a progetto concluso?
Stiamo ragionando tanto sul “dopo”. Anche se il progetto si concluderà ufficialmente ad agosto 2025, già da tempo stiamo riflettendo su come avere un impatto e lasciare un’eredità positiva e sostenibile al territorio lecchese. Le idee sono tante e ne stiamo valutando la sostenibilità organizzativa ed economico-finanziaria nel tempo.
Personalmente vorrei raggruppare tutte le soluzioni tecnologiche che stiamo sviluppando in un unico Laboratorio che possa essere reso accessibile ai ricercatori di diverse Università. Guardando a Milano Cortina 2026 avrebbe anche molto senso!
E⁴SPORT è un esempio virtuoso di laboratorio multidisciplinare, in cui convergono le competenze di ben sei dipartimenti del nostro Ateneo. Quali sono i vantaggi concreti nel mettere a sistema le diverse competenze e strumentazioni nel campo dello sport?
Mettere a sistema le diverse tecnologie – soprattutto quelle più sofisticate e costose – così come le diverse competenze è sempre più necessario per costruire un’adeguata massa critica che consenta, da un lato, un reale avanzamento della conoscenza e, dall’altro, una competitività a livello europeo ed internazionale.
Ma ciò non basta. E⁴SPORT ha sposato la logica dell’innovazione aperta (open innovation) con l’ambizione di diventare un punto di riferimento negli ecosistemi d’innovazione che si occupano di sport engineering, coinvolgendo multinazionali e diventando baricentro di ecosistemi di innovazione, soprattutto coinvolgendo le startup in piena collaborazione con Fondazione Politecnico e PoliHub.
Per leggere tutta l’intervista visita la pagina di Frontiere: https://www.frontiere.polimi.it/healthcare-management-per-una-ricerca-che-lasci-il-segno-su-societa-e-territorio/